Stress da notizie di guerra: perché non riusciamo a staccarci dalle breaking news anche quando ci fanno male?
Eventi come il conflitto tra Iran e Israele, la crisi in Ucraina o le tensioni in Medio Oriente esercitano un impatto mediatico potentissimo. Le guerre attirano costantemente l’interesse collettivo, alimentando una forma moderna di iperconnessione informativa. L’accesso continuo a breaking news, aggiornamenti live e video drammatici, spesso attraverso social media e portali di notizie, sta plasmando un fenomeno sempre più riconoscibile: lo stress da notizie.
Malgrado il disagio che molte di queste notizie provocano, continuiamo a riservare loro attenzione. Scorriamo il feed ancora e ancora, anche a costo della nostra serenità mentale. Ma perché ci comportiamo così, pur sapendo che ci fa star male?
Perché le notizie ci stressano ma non riusciamo a smettere di leggerle
Le ricerche parlano chiaro: secondo l’American Psychological Association, il 73% degli adulti intervistati nel 2023 ha dichiarato di sentirsi sopraffatto dal flusso costante di notizie, in particolare legate a guerre e disastri. Eppure l’istinto ci spinge a rimanere sintonizzati, come se spegnere tutto significasse perdere qualcosa di vitale.
Esporsi senza sosta a contenuti negativi può compromettere la salute psicologica, generando ansia, senso di impotenza e stanchezza emotiva. Tuttavia, il bisogno di essere aggiornati prevale sul benessere, creando un circolo vizioso difficile da interrompere.
I meccanismi mentali dietro la “news addiction”
Dietro questa esposizione incessante alle notizie si nascondono alcuni meccanismi psicologici ben precisi:
- Illusione di controllo: essere costantemente informati ci dà l’illusione di avere una presa sugli eventi, anche se in realtà non possiamo influenzarli.
- FOMO (Fear Of Missing Out): temiamo di perderci un aggiornamento importante, soprattutto in periodi di crisi o instabilità internazionale.
- Bias di negatività: la mente umana è più sensibile alle informazioni negative, un retaggio evolutivo che oggi si traduce nell’attrazione verso notizie drammatiche o scioccanti.
Doomscrolling e conseguenze sulla salute mentale
La spirale del doomscrolling – ovvero lo scorrere senza fine di notizie deprimenti, spesso di sera, da smartphone – è ormai diffusa in tutto il mondo. Questo comportamento può attivare aree cerebrali simili a quelle associate alle dipendenze, innescando un meccanismo di ricerca compulsiva e gratificazione immediata, anche a costo della nostra tranquillità.
Fra le principali conseguenze di questo sovraccarico informativo troviamo:
- Insonnia e disturbi del sonno provocati dalla lettura notturna di contenuti ansiogeni
- Aumento del cortisolo, l’ormone dello stress, legato a una costante attivazione del sistema nervoso
- Difficoltà a concentrarsi e riduzione della produttività, dovute alla frammentazione dell’attenzione
- Sintomi ansiosi e depressivi che si accumulano nel tempo e peggiorano il benessere emotivo
Strategie per proteggersi dallo stress informativo
Imparare a dosare le notizie con il “news budget”
Una delle tecniche più semplici ed efficaci è impostare un limite quotidiano alla quantità di informazioni consumate. Come un vero e proprio budget emotivo, permette di tenere sotto controllo l’impatto delle notizie sulla psiche. Può essere utile:
- Non superare i 30 minuti al giorno dedicati alla lettura o visione delle notizie
- Preferire solo poche fonti affidabili e bilanciate
- Evitarle del tutto durante la sera, per favorire un buon riposo
Allenare un consumo consapevole e critico
Essere informati non significa assorbire tutto passivamente. Un approccio consapevole prevede una selezione attenta dei contenuti, la capacità di riconoscere il proprio sovraccarico emotivo e la volontà di prendersi delle pause. Qualche esempio? Fermarsi prima di aggiornare compulsivamente i social, rileggere quello che si è consumato e chiedersi che effetto ci ha fatto, oppure ritagliarsi giornate libere da notizie, come si fa con la dieta digitale.
Iniziative reali: come alcuni Paesi rispondono al sovraccarico informativo
Alcune società stanno già sperimentando nuove forme di gestione sana del consumo di notizie. In Danimarca si parla sempre più spesso di nyhedsafgiftning, una vera e propria “disintossicazione da notizie” praticata attraverso weekend offline oppure gruppi di mutuo supporto. In Giappone, invece, alcune aziende hanno introdotto pause digitali giornaliere per tutelare il benessere mentale dei lavoratori.
Restare informati senza sacrificare la salute mentale
L’informazione è essenziale per comprendere il mondo e partecipare attivamente alla società. Ma deve essere gestita con equilibrio. Allenarci a dosare ciò che leggiamo, riconoscere i nostri limiti emotivi e darci il permesso di staccare ogni tanto significa prenderci cura della nostra mente. Restare umani, oggi, passa anche da qui: proteggersi senza disconnettersi completamente, scegliendo una relazione più sana e lucida con le notizie.
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